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mercoledì 2 agosto 2017

Kobane Calling di Zerocalcare

Tanto tempo fa vi avevo parlato brevemente QUI della mia passione per Zerocalare, da allora credo di aver letto qualsiasi sua cosa, se firmasse i rotoli della carta igienica credo che comprerei anche quelli. Ed avevo preparato anche una recensione di una delle sue ultime opere, Kobane Calling che però poi non ho mai pubblicato perché avevo smesso di aggiornare il blog, ecco ora ve la ripropongo,  perché magari state cercando qualcosa da leggere per quest'estate e anche perché è una storia purtroppo ancora tristemente attuale.



Nel corso degli anni Zerocalcare si è affermato grazie ad album che raccontavano storie legate alla sua vita quotidiana. Con il suo ultimo lavoro “Kobane calling”, Zerocalcare esce però dal solito schema e si cimenta per la prima volta con un reportage. L’opera è incentrata sui due viaggi compiuti dall’autore in Rojava, una regione autonoma non riconosciuta a maggioranza curda che confina con Iraq, Siria e Turchia, nella quale chi ci vive abbraccia una forma di vita democratica che prevede il rispetto per ogni identità religiosa, di genere, linguistica e culturale. In questo territorio devastato dalla guerra, la città di Kobane in particolare è diventata il simbolo della resistenza curda contro l’Isis.



In “Kobane Calling”, il fumettista racconta dettagliatamente ricordi e sensazioni di questa sua esperienza, spinto dalla sua vicinanza alla causa curda, fornendo una visione diversa rispetto a quella dipinta dai media italiani: quella cioè di un mondo che nonostante sia in guerra, cerca di mantenere valori e rispetto per il prossimo. In cui i combattenti della resistenza curda si fermano comunque a seppellire i loro nemici, in cui le donne lottano, comandano villaggi, diventano sindaci.


 Il fumettista racconta tutto ciò con lo stupore tipico di chi si ritrova catapultato improvvisamente in un ambiente che non gli appartiene, diverso da casa, da Rebibbia.

Oltre che dallo stupore tutto il viaggio è permeato da sentimenti di paura, da dubbi e anche dall'entusiasmo dell’autore per la causa di questo popolo e dell’impresa che sta compiendo. D'altronde come si fa a non aver paura quando sai che l’Isis è proprio lì a due passi da te? Quando ci sono ancora le gabbie utilizzate per ardere vive le persone a testimoniarlo? Il racconto scorre in maniera rapida e avvincente, aiutato dalla collaudata divisione in mini storie di poche pagine, che pur mantenendo una continuità, aiutano a non perdersi. Come anche aiutano i riassunti storici: compaiono a volte nell’arco del racconto e fanno comprendere in maniera semplice e immediata una vicenda parecchio complessa. Almeno per me si sono rivelati molto utili perché mi duole ammetterlo, ma io di tutta la vicenda del Rojava ne sapevo poco e niente, diciamo più niente, ecco.



Interessante poi dal punto di vista narrativo l’idea di inserire nel bel mezzo della storia, pagine dallo sfondo nero nelle quali alcune delle persone incontrate durante il viaggio raccontano la loro storia come se fossero intervistati durante un servizio al telegiornale.





Vincente è infine la scelta di continuare a inserire elementi tipici della cultura popolare in un contesto così diverso dal solito, per cui si passa da una battuta su Grey’s anatomy all’utilizzo di George pig (fratello della più famosa Peppa) nel ruolo del lettore che solleva obiezioni, riuscendo così a intervallare la drammaticità del racconto con piccoli momenti d’ironia che riescono a far passare in poche vignette dalla malinconia al sorriso. Tipo io ho riso tantissimo quando parla della stessa colazione fatta ogni giorno nel campo o in altre situazioni in cui ti risulta quasi strano star ridendo considerando che la situazione è tutt'altro che facile o felice.



Voi l'avete letto?


giovedì 17 aprile 2014

Nuove scoperte

Oggi avrei voluto parlarvi del film la mafia uccide solo d'estate che ho avuto modo di recuperare solo qualche giorno fa, ma rimanderò il post ad un altro giorno. Oggi voglio solo dirvi che con ritardo rispetto a tutto il resto del mondo ho scoperto ZEROCALCARE.


Io non leggo fumetti di solito men che meno se italiani, però tutto è cominciato con la lettura di questo post e ne sono stata letteralmente conquistata. L'ho trovato semplicemente geniale, in molte parti sembrava stesse parlando di me, cioè siamo onesti nel "perché ti riduci all'ultimo momento?" ero io in tutto per tutto, era impossibile non immedesimarsi.

Da qui a leggere l'intero blog e domandarsi dove fossi vissuta fin'ora il passo è stato breve. Poi una volta finita la lettura del blog mi ero ritrovata tipo un drogato in crisi d'astinenza perché non ha più la sua dose e quindi ho fatto l'unica cosa che mi restava da fare, iniziare a recuperare il recuperabile.

E ora finalmente che la profezia dell'armadillo è nelle mie mani questa settimana* ha finalmente acquistato un altro sapore


Chi altro di voi lo segue? E se non lo fate, che state aspettando?


*tenete presente che vengo da una settimana in stile desperate housewife perchè a casa mia son tutti malati e tocca fare tutto a me