Cerca nel blog

giovedì 24 settembre 2015

L’A.S.S.O nella manica






Genere: Commedia. Regia: Ari Sandel. Attori: Mae Whitman, Robbie Amell, Bella Thorne, Bianca A. Santos, Skyler Samuels. Durata: 100 minuti




La storia si basa sulla vita di Bianca (Mea Whitman), una comune adolescente acqua e sapone, amica di due delle ragazze più belle e invidiate in tutta la scuola. La sua vita entrerà in crisi quando ad una festa parlando con Wesley (Robbie Amell), suo vicino di casa, nonché uno dei ragazzi più popolari della scuola, le verrà rivelato che nel suo trio di amiche lei è quella che viene considerata “l’A.S.S.O.”

L'acronimo sta per Amica Sfigata Strategicamente Oscena (in originale Designated Ugly Fat Friend), ossia l'amica più bruttina di un gruppo che viene usata da tutti per avvicinare i membri più fighi.
Anche se in realtà Bianca sia ben lontana dall’essere considerata oscena, la scoperta la ferisce e stupisce al punto tale da decidere di fare un patto con Wesley: lei lo aiuterà a passare il test di chimica se lui in cambio l’assiste nell’opera di miglioramento di se stessa per non essere più considerata un “A.S.S.O”.

Farete fatica a capire come si evolverà la situazione solo se non avete mai visto un film prima d’ora.
Paradossalmente anche se prevedibile, la storia tra Bianca e Wesley che passano dall’ignorarsi completamente al diventare amici e forse anche qualcosa in più, funziona. E questo è merito soprattutto della chimica che si viene a creare tra la Whitman e Amell.  Il 26enne, Robbie Amell , anche se avrebbe l’età per interpretare un insegnate piuttosto che uno studente, fa davvero un buon lavoro nel rappresentare in maniera credibile il popolare e affascinante playboy Wesley.Ma forse ero ottenebrata dal fascino di Robbie Amell.

Tra le buone performance, da annoverare anche quella di Allison Janney, nei panni della mamma di Bianca. Il suo personaggio dopo il crollo emotivo subito in seguito al divorzio, si rinnova completamente e diventa scrittrice e coach motivazionale, grazie all’ispirazione che le viene data guardando una scena dei “Simpson”. I suoi drammi erano quasi più interessanti e divertenti da guardare rispetto a quelli della figlia adolescente, tanto che se il film si fosse focalizzato su quelli probabilmente nessuno l’avrebbe rimpianto.

Apprezzabile anche l’inserimento delle moderne tecnologie nel film. Simpatica, oltre che particolarmente indicata in un film in cui si etichettano tutti i personaggi, l’idea di usare gli #hashtag nella presentazione della cerchia di persone che fanno parte della vita di Bianca.  Tuttavia, a volte sembra come se gli autori vogliano dimostrare a tutti i costi di essere al passo con i tempi e si sforzino troppo nel cercare di incorporare nei dialoghi dei ragazzi tutti i social media esistenti, partendo da Whatsapp per arrivare a We Heart It.

Per quanto riguarda la sceneggiatura, il film sembra un collage di tutti i teen movie degli ultimi trent’anni, sono evidenti le citazioni ai film di John Hughes (Breakfast club, Un compleanno da ricordare), così come quelle al più recente Mean Girls, ma la pellicola non riesce a eguagliare i suoi predecessori, seppur segua ogni cliché del genere.

Anche i personaggi sono piatti e stereotipati a partire dalla protagonista, per passare all’insegnante simpatico che ha preso in simpatia l’eroina, per arrivare all’antagonista per eccellenza, l’insopportabile Madison (Bella Thorne), la ragazza più bella della scuola, con una nocciolina al posto del cervello.

Non buono neanche l’editing che rendeva le scene particolarmente lunghe, suscitando nello spettatore diversi momenti di noia, il film avrebbe potuto essere facilmente privato di diversi minuti senza che nessuno ne sentisse la perdita.


In conclusione, l’A.S.S.O nella manica ha provato a catturare il cuore dell’esperienza dell’essere teenager inserendo nel frullatore tutti gli elementi tipici dei teen movie, ma senza riuscire a brillare in nessun aspetto, restando così banale, scontato e facilmente dimenticabile.