L’A.S.S.O nella manica
Genere: Commedia. Regia: Ari
Sandel. Attori: Mae Whitman, Robbie Amell, Bella Thorne, Bianca A. Santos,
Skyler Samuels. Durata: 100 minuti
La storia si basa sulla vita di
Bianca (Mea Whitman), una comune adolescente acqua e sapone, amica di due delle
ragazze più belle e invidiate in tutta la scuola. La sua vita entrerà in crisi
quando ad una festa parlando con Wesley (Robbie Amell), suo vicino di casa, nonché
uno dei ragazzi più popolari della scuola, le verrà rivelato che nel suo trio
di amiche lei è quella che viene considerata “l’A.S.S.O.”
L'acronimo sta per Amica Sfigata
Strategicamente Oscena (in originale Designated Ugly Fat Friend), ossia l'amica
più bruttina di un gruppo che viene usata da tutti per avvicinare i membri più
fighi.
Anche se in realtà Bianca sia ben
lontana dall’essere considerata oscena, la scoperta la ferisce e stupisce al
punto tale da decidere di fare un patto con Wesley: lei lo aiuterà a passare il
test di chimica se lui in cambio l’assiste nell’opera di miglioramento di se
stessa per non essere più considerata un “A.S.S.O”.
Farete fatica a capire come si
evolverà la situazione solo se non avete mai visto un film prima d’ora.
Paradossalmente anche se
prevedibile, la storia tra Bianca e Wesley che passano dall’ignorarsi
completamente al diventare amici e forse anche qualcosa in più, funziona. E
questo è merito soprattutto della chimica che si viene a creare tra la Whitman
e Amell. Il 26enne, Robbie Amell , anche
se avrebbe l’età per interpretare un insegnate piuttosto che uno studente, fa
davvero un buon lavoro nel rappresentare in maniera credibile il popolare e
affascinante playboy Wesley.Ma forse ero ottenebrata dal fascino di Robbie Amell.
Tra le buone performance, da
annoverare anche quella di Allison Janney, nei panni della mamma di Bianca. Il
suo personaggio dopo il crollo emotivo subito in seguito al divorzio, si
rinnova completamente e diventa scrittrice e coach motivazionale, grazie
all’ispirazione che le viene data guardando una scena dei “Simpson”. I suoi drammi
erano quasi più interessanti e divertenti da guardare rispetto a quelli della
figlia adolescente, tanto che se il film si fosse focalizzato su quelli
probabilmente nessuno l’avrebbe rimpianto.
Apprezzabile anche l’inserimento
delle moderne tecnologie nel film. Simpatica, oltre che particolarmente indicata
in un film in cui si etichettano tutti i personaggi, l’idea di usare gli #hashtag
nella presentazione della cerchia di persone che fanno parte della vita di
Bianca. Tuttavia, a volte sembra come se
gli autori vogliano dimostrare a tutti i costi di essere al passo con i tempi e
si sforzino troppo nel cercare di incorporare nei dialoghi dei ragazzi tutti i
social media esistenti, partendo da Whatsapp per arrivare a We Heart It.
Per quanto riguarda la sceneggiatura,
il film sembra un collage di tutti i teen movie degli ultimi trent’anni, sono
evidenti le citazioni ai film di John Hughes (Breakfast club, Un compleanno da
ricordare), così come quelle al più recente Mean Girls, ma la pellicola non
riesce a eguagliare i suoi predecessori, seppur segua ogni cliché del genere.
Anche i personaggi sono piatti e
stereotipati a partire dalla protagonista, per passare all’insegnante simpatico
che ha preso in simpatia l’eroina, per arrivare all’antagonista per eccellenza,
l’insopportabile Madison (Bella Thorne), la ragazza più bella della scuola, con
una nocciolina al posto del cervello.
Non buono neanche l’editing che
rendeva le scene particolarmente lunghe, suscitando nello spettatore diversi
momenti di noia, il film avrebbe potuto essere facilmente privato di diversi
minuti senza che nessuno ne sentisse la perdita.
In conclusione, l’A.S.S.O nella
manica ha provato a catturare il cuore dell’esperienza dell’essere teenager inserendo
nel frullatore tutti gli elementi tipici dei teen movie, ma senza riuscire a
brillare in nessun aspetto, restando così banale, scontato e facilmente
dimenticabile.